Piattaforma: Android/iOS

Sviluppatore:  Mountains

Publisher: Annapurna Interactive

 

Salve! Come sempre, entriamo nel mood dell’opera analizzata tramite la soundtrack!

 

Esistono momenti in cui, riuscendo a isolarsi per qualche istante dalla frenesia della vita quotidiana, può capitare di porsi delle domande:  Cosa è rimasto di quel che sognavo durante gli anni dell’infanzia? Questa strada che ho scelto è quella giusta? Sono felice? 

Screenshot_20190123-233841.png

Domande che possono rubare il sonno, e che come molte altre persone si porrà anche Florence, venticinquenne protagonista dell’omonimo videogioco sviluppato da Mountains per piattaforme mobili, pubblicato nel 2018. In alcuni frangenti, il suo sguardo vaga nel vuoto, e scruta nell’oceano dei suoi pensieri quei dubbi sopra menzionati, trovando risposte non sempre piacevoli, che spesso è più semplice far affogare nella routine, piuttosto che affrontare a viso aperto.

 

Screenshot_20190123-233048.png Screenshot_20190123-233101.png

 

Sebbene sia difficile dare una definizione, si potrebbe descrivere questo titolo come un breve slice of life, che permette di entrare in contatto con la vita della giovane donna. Il sistema di controllo sfrutta il touch screen per interagire in modo da replicare certe azioni quotidiane, o ancora per muovere oggetti, o dialogare con altre persone. Per certi versi, l’utilizzo dell’interattività per far immergere chi gioca in una routine mi ha ricordato, con le dovute differenze di tono e contesto, le azioni inserite nella storia di Walter Finch nel videogame What remains of Edith Finch (da me recensito di recente su queste pagine virtuali). Non voglio entrare nel dettaglio di quali siano i gesti da compiere, perché significherebbe rovinare la sorpresa di certi momenti della storia.

Tornando ai dialoghi, non bisogna scegliere tra linee o risposte, bensì completare i balloon riempiendoli con delle forme da far combaciare: un piccolo dettaglio che ho trovato interessante è come i balloon siano inizialmente da completare utilizzando più pezzi, mentre quando Florence sente di avere la risposta pronta, questo minigioco scorre più velocemente, ad indicare la facilità con cui esterna le proprie parole ed emozioni.

screenshot_20190123-233707

 

Diversi sono i (brevissimi) capitoli della storia, presentata come un comic book, con vignette che occupano lo schermo del dispositivo, a volte da far scorrere con uno swipe, e scenari con cui interagire in una parte specifica: ad aumentare la sensazione di sfogliare un fumetto contribuisce anche il character design, che in certi momenti mi ha riportato alla mente lo stile di Noelle Stevenson. Merita una menzione speciale la colonna sonora , l’aspetto che personalmente ho preferito del titolo, in grado di legarne le varie parti in modo armonioso e dar loro vigore, curata da Kevin Penkin (che nel 2017 realizzò la colonna sonora dell’anime Made in Abyssqui  un esempio).

Director di Florence è Kevin Wong, già responsabile dello stesso ruolo nella creazione del puzzle game Monument Valley (a mio avviso uno dei migliori titoli disponibili su piattaforme mobile): tenendo conto delle ovvie differenze di genere e tematiche, si nota come filo comune tra le due opere uno stile che definirei “essenziale”, da cui traspare una notevole cura formale. Con il puzzle game citato Florence condivide anche la brevità, e per quanto sia piacevole sfogliare le pagine della vita della protagonista, è davvero un peccato non poterla seguire per un altro po’: a seconda di quanto ci si sofferma su certe schermate, e non è raro, perché la colonna sonora le incornicia perfettamente, il viaggio dura poco meno di un’ora.

 

Screenshot_20190123-233653.png

 

Something unpredictable, but in the end is right

Quando mi trovo a descrivere titoli brevi ed intensi che puntano tutto sulla storia e le emozioni che questa suscita, con un gameplay che non è estremamente vario, rifletto su un punto che reputo importante: sarebbe stato possibile ottenere un risultato più “efficace” (se mi passate il termine) utilizzando un altro medium, ad esempio un piccolo corto d’animazione? Sono domande con molteplici interpretazioni, spesso personali, ma per quanto riguarda Florence, mi sento di dire che l’interazione, sebbene limitata, tra routine e alcune azioni, nell’insieme funziona, e che un altro medium avrebbe portato ad un risultato ben diversi. Nel breve lasso di tempo condiviso con la protagonista, la si osserva affrontare i piccoli problemi e le peripezie della vita, con certi gesti che hanno tutto un altro sapore nell’essere compiuti “personalmente”: come Florence giunge a comprendere qualcosa di importante su se stessa, così è possibile per chi si trova da questo lato dello schermo ritrovarsi in piccoli dettagli e in parti di questa storia, e raccoglierne il piccolo,  ma prezioso e positivo messaggio.

 

Screenshot_20190124-001303.png

 

 

Note

Lascia un commento