Il giovane esorta il suo nero cavallo, conducendolo al galoppo per una vasta prateria. A parte qualche lucertola e delle aquile che, incuriosite, si affiancano in volo, loro due sono gli unici esseri viventi nel raggio di miglia, in quella terra proibita.

Giunti in prossimità di una rientranza, il solitario viaggiatore estrae dal fodero una spada di antica fattura, e la leva verso il Sole, che su di essa si riflette, dando ad un misterioso raggio che indica una direzione ben precisa. Lì si trova la sua preda: un Colosso.

L’inizio del viaggio

L’anno è il 2005: anni dopo l’uscita di Ico, l’omonimo Team realizza per la Playstation 2 di Sony un’avventura destinata a lasciare una colossale impronta nel cuore dei giocatori: Shadow of the Colossus.

Si tratta di un epico viaggio in cui si impersona Wander, giovane guerriero disposto a tutto per riportare indietro la persona amata, avvinta nell’abbraccio della morte: nel filmato iniziale lo osserviamo mentre, a cavallo del fido Agro, assieme al corpo della fanciulla, valica i confini della Forbidden Land, terra in cui, come da nome, l’ingresso è vietato… tuttavia, questo luogo rappresenta l’unica speranza per Wander.
La premessa ha il sapore di un mito classico: abbiamo un eroe solitario pronto ad affrontare un’immane impresa. In questo caso, il nostro novello Orfeo non dovrà commuovere una divinità degli inferi, tuttavia si troverà a stringere un patto con un essere misterioso, di nome Dormin, che gli offrirà il miracolo della resurrezione, se porterà a termine un certo incarico… e qui entrano in gioco i Colossi.

Il crepuscolo degli idoli

Dormin fornisce poche spiegazioni, ma in sintesi desidera la distruzione degli idoli posti nel tempio in cui inizia l’avventura. Tuttavia, mani mortali non possono scalfirli, e per questo, occorre distruggerne i rispettivi avatar che vivono e camminano per la terra proibita, i Colossi: queste creature sono il cuore pulsante del gameplay di Shadow of the Colossus, avversari temibili da affrontare in scontri mortali. Ognuno, di forma vagamente animale, o antropomorfa, ha un proprio carattere, più o meno aggressivo. Alcuni, una volta oltrepassato l’ingresso della “tana”, assaliranno immediatamente Wander, oppure altri ignoreranno completamente l’eroe, almeno finché questi non troverà il modo di catturarne l’attenzione, o scatenarne l’ira.

Attaccarli senza riflettere non porta ad alcun risultato: prima che un confronto fisico, quella contro i Colossi è una battaglia che si gioca servendosi di intuito e studio dei movimenti dell’avversario, in cerca dei loro punti deboli. Non è errato immaginare la situazione come una sorta di caccia: in questo caso, la preda è molto più resistente di Wander, e pericolosa, quindi occorre astuzia per sfruttare al meglio i pochi strumenti a disposizione (spada, arco e la propria resistenza fisica) e l’ambiente circostante, in cerca di quel minuscolo spiraglio che può aprire la via alla scalata.

Misteriose rovine, laghi, lussureggianti giardini, e molto altro ancora: diverse sono le arene che ospitano gli scontri, ed ognuna ha peculiari caratteristiche, che permettono di cogliere di sorpresa i minacciosi, ma semplici Colossi.

A volte, questo gioco è stato descritto come un boss simulator, tuttavia questa definizione non è a mio avviso inesatta. Come detto in precedenza, le battaglie rappresentano i momenti clou dell’avventura, ma non ne sono l’unica componente. La Terra Proibita che fanno da scenario a questa storia sono quasi prive di fauna, ma posseggono un incredibile fascino che può ammaliare chi deciderà di esplorarle, tra una ricerca e l’altra, spronando il fido Agro. La scoperta di costruzioni distrutte, templi e altri edifici può portare ad interrogarsi sul passato delle Terre Proibite… quali saranno le risposte, oltre la scia di avversari caduti?

Sulle note del coraggio

Merita un paragrafo a parte l’accompagnamento sonoro di Shadow of the Colossus. Partendo dal main theme, linkato all’inizio dell’articolo, e passando per i colossali silenzi della Terra Proibita, è negli scontri che la soundtrack raggiunge il suo apice: motivi “di attesa”, che enfatizzano i momenti in cui si studia il nemico, sono solo l’anticamera di melodie epiche, che accompagnano i frangenti in cui Wander riesce a scalare il Colosso di turno, e combatte per non essere sbalzato via, mentre con la spada ne colpisce i punti deboli.

A journey reborn

Una versione aggiornata di Shadow of the Colossus, a cura del team Bluepoint Games, annunciata all’E3 2017, entrerà a far parte della softeca PS4 molto presto, il 7 febbraio 2018. Diversi sono i video pubblicati al riguardo, di seguito ne lascio uno risalente a dicembre 2017. Se non avete già confidenza col gioco, e desiderate approcciarvi ad esso senza spoiler sui nemici, suggerisco di guardare solo fino al quarto minuto.

Nel momento in cui scrivo, attendo con trepidazione il ritorno di Shadow of the Colossus in questa nuova veste, e sono convinto che sarà in grado, ancora una volta, di ammaliare con la sua magia chi già lo conosceva, e soprattutto chi si avvicinerà a questo per la prima volta, degno di esser considerato un classico del medium.

Note:

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